Il calore è coinvolto in molti processi dell’industria alimentare, tra cui essiccazione, dissoluzione, centrifugazione, estrazione, pulizia, lavaggio e raffreddamento. In uno studio recente, effettuato da un gruppo di ricercatori francesi (Faraldo & Byrne, 2024), tali processi vengono analizzati per identificare quelli che comportano un maggior consumo di energia e maggiori emissioni di gas serra (GHG).

Le potenziali soluzioni di risparmio energetico e decarbonizzazione vengono esplorate attraverso un’analisi approfondita delle tecnologie impiegate nella refrigerazione, nella generazione di calore, nel recupero del calore di scarto e nell’accumulo di energia termica. In particolare, sono state raccolte informazioni da impianti industriali per valutare le prestazioni di tali soluzioni in condizioni reali.

Secondo gli autori, la sostituzione dei refrigeranti ad alto GWP (potenziale di riscaldamento globale) con fluidi naturali, nel settore della refrigerazione, contribuisce in modo significativo alla riduzione delle emissioni di GHG. Le tecnologie di produzione di calore sono state, quindi, confrontate impiegando il costo livellato del calore (LCOH).

Questa analisi evidenzia che i trasformatori di calore ad assorbimento e le pompe di calore ad alta temperatura sono le tecnologie più interessanti dal punto di vista economico e di decarbonizzazione, mentre le tecnologie di recupero del calore di scarto presentano i periodi di ammortamento più brevi.

Concludendo, i miglioramenti dell’efficienza energetica dei componenti, delle tecnologie di stoccaggio, dei sistemi di poligenerazione, il concetto di industria intelligente e la penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili appaiono come percorsi necessari.

Riferimenti bibliografici: Faraldo & P. Byrne, Energies, 17, 2024, 1-46.